Azione di sistema per la gestione multi-agenzia di vittime di tratta provenienti dal canale dell’accoglienza, da attuare attraverso la costruzione e gestione di rete informativa e collaborativa tra Regione, CAS/SIPROIMI, Prefetture, Commissioni Territoriali, ASP, Enti ecclesiali ed Enti del Terzo settore
L’azione di sistema ha l’obiettivo di potenziare le attività finalizzate a ottimizzare le procedure di emersione e presa in carico delle vittime e a promuovere un sistema sempre più allargato di protezione sociale sui territori, con il coinvolgimento di diversi soggetti operanti sia localmente che a livello regionale.
A tal fine, nell’ambito di detta azione, sono già sono stati sottoscritti diversi Protocolli con enti ed istituzioni del territorio calabrese sia direttamente con l’ente proponente Regione Calabria (Sindacati, Tribunale di CZ, Commissione Territoriale per il Riconoscimento della Protezione internazionale di KR), sia con i diversi enti attuatori cui sono demandate le attività di progetto, per azioni ed interventi specifici relativi ai contesti territoriali di pertinenza di ciascun ente.
In merito si rinvia alla specifica sezione “Protocolli”
Azione di sistema sul lavoro sfruttato in agricoltura (con progetto Regione Piemonte, Regione Emilia Romagna, Regione Lazio, Regione Puglia e Ass. On the Road per Abruzzo e Molise), per lo scambio di buone pratiche di emersione e presa in carico delle vittime di sfruttamento lavorativo e per la definizione di metodologie di intervento comuni mediante l’interazione dei diversi progetti, con azioni di outreach, rete multi-stakeholder, formazione operatori
Lo sfruttamento lavorativo, in particolare nel settore agricolo, costituisce da sempre una problematica particolarmente complessa per la Calabria, anche a causa dell’elevata concentrazione di braccianti agricoli stranieri nelle principali zone della regione a forte vocazione agro-alimentare: le Piane di Gioia Tauro, S. Eufemia, e Sibari, rispettivamente ubicate nei territori provinciali di Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza.
Le situazioni di sfruttamento, vulnerabilità, disagio, sottese in questi contesti territoriali che, sovente, sfociano in situazioni di illegalità, sono oggetto di attenzione e interventi da parte del progetto, anche in rete con altre organizzazioni locali e in particolare con i sindacati, la collaborazione con i quali ha portato risultati significativi.
Nell’ambito di detta azione di sistema, che vede il coinvolgimento di altre Regioni – Piemonte, Emilia Romagna, Lazio, Puglia e Ass. On the Road per Abruzzo e Molise – partendo dal confronto tra metodologie di approccio si mira ad armonizzare e diffondere le buone pratiche individuate nei differenti contesti territoriali ed attuate da ciascuna Regione, rafforzando le capacità di intervento dei singoli progetti territoriali.
Inoltre, con riferimento alle nazionalità delle persone coinvolte e a determinate aree di manifestazione del fenomeno, ci si propone di condividere ed implementare strategie cooperative di intervento a favore dei migranti impegnati, circolarmente, nelle fasi di raccolta agricola nelle regioni interessate e potenzialmente esposti a rischio di tratta e/o sfruttamento.
Azione di sistema “Analisi dinamiche di genesi dello sfruttamento delle donne nigeriane e sperimentazione rete informativa con il Paese di origine” in continuità con quanto già avviato nella precedente annualità di progetto con la Conferenza Episcopale della Nigeria, NAPTIP ed alcune ONG locali, e con il progetto Fari 3 della Coop. Proxima di Ragusa
In continuità con azioni già avviate in precedenti annualità di progetto, detta azione di sistema, svolta in partenariato con il progetto FARI 3 della Cooperativa Proxima di Ragusa, si pone da una parte l’obiettivo di approfondire le dinamiche di reclutamento ed assoggettamento delle vittime di sfruttamento sessuale provenienti dalla Nigeria e del conseguente sistema di protezione nei luoghi di origine; dall’altro mira a favorire lo sviluppo di una rete transnazionale di intervento volta al contrasto/assistenza/tutela e messa a punto di strumenti di coordinamento/collegamento con le Ong anti-tratta operanti nella città di Benin City e alcuni rappresentanti della Conferenza Episcopale della Nigeria.